Il libro di Tullia De Donno Cezzi contiene 168 ricette della tradizione familiare salentina: antipasti, stuzzichini, salsine, primi piatti, secondi piatti, contorni, verdure, frutti, accompagnamenti, pizze, focacce, torte salate, dolci, dolcini, biscotti, marmellate, gelati, leccornie, bevande, aperitivi, digestivi e altre cose da bere, raccolti in una straordinaria biografia dei sapori.
In premessa Tullia De Donno Cezzi scrive: "... quello che state leggendo non è propriamente un libro di ricette, ma quasi un diario di gusti, una specie di biografia dei sapori, odori e colori nella vita di chi scrive. ..."
Dalla prefazione di Paolo Massobrio: "...Far da mangiare per un altro, aprire una bottiglia di vino, quella bottiglia, è un atto di partecipazione alla vita, che fa parte del nostro Dna: l'alimento ci dà la vita, ma il piatto buono ci dà la felicità che è un fattore di mistero dell'esistenza, quasi un punto di fuga. Io credo che non possa esserci comunità, familiare ma anche monastica, senza questa tensione al gusto, che rimane pur sempre un dono. ..."
Dall'introduzione "C'era una volta l'odore..." di Fernando Cezzi: " ... Poi, come natura vuole, finì anche il tempo della Signora, ma non il tempo della sua civiltà familiare e culinaria, che tutti i suoi eredi conservano ancora nei propri ricordi, nel lessico culinario delle rispettive famiglie. Ed è soprattutto da tale "eredità", sulle tracce di una memoria commossa e gioiosa, che è nato questo libro. ..."
È la storia di cucina di una famiglia che vive da generazioni nel Salento: terra di sole e di mare, con colori luminosissimi e intensi, dove mare e campagna, l’azzurro e il verde degli ulivi frammisti al bianco delle rocce si fondono a perdita d’occhio; dove la tramontana spazza le scogliere e lo scirocco carico di umidità rende tutti i colori più morbidi.
Nel Salento dei piccoli paesi e della campagna il tempo scorre lento, scandito ancora dalle attività contadine: la raccolta delle olive, la vendemmia, la mietitura, il fumo dei campi e la polvere che si alza in estate quando il vento soffia e le piogge si fanno attendere per mesi.
In questa terra così varia, forte e dolce allo stesso tempo, in una azienda tra Otranto e l’entroterra, Tenuta Sant’Andrea, si realizzano i piatti di questo libro, un atto d’amore verso il Salento e la sua gente.
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